IL MERCATO DELL’OLIO D’OLIVA IN SUDAFRICA
Il Mercato dell’OLIO D’OLIVA in SUDAFRICA
Report 2024
Formato: PDF
Prezzo: Euro 42
Codice prodotto: SUD24OOREP
Pagine: 70
Stato: in aggiornamento
Indice Report: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato dell'olio d'oliva: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di olio d'oliva - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di olio d'oliva - Tariffe, tassazione e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita dell'olio d'oliva - Catene della GDO (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Altri canali commerciali - Formazione dei prezzi - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.
Il Mercato dell’OLIO d’OLIVA in SUDAFRICA
Database 2024
Formato: Excel
Prezzo: Euro 38
Codice prodotto: SUD24OODB
Numero riferimenti: 60
Stato: in aggiornamento
Indice Database. Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della GDO (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca (Hotel, restaurant, catering) - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana.
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IL MERCATO DELL'OLIO D'OLIVA IN SUDAFRICA
BREVE INTRODUZIONE
Il Sudafrica è uscito dal vecchio regime segregazionista nel 1995 con l’avvento al potere dell’African National Congress il partito guidato da Nelson Mandela e che raccoglie il consenso della maggioranza della popolazione nera. Ancora oggi, nonostante i cali nei consensi il potere è saldamente in mano dell’ANC.
Il Sudafrica che ha una popolazione di circa 54 milioni di abitanti è una società multietnica dove il 77% della popolazione è costituita da neri appartenenti a diverse etnie come: Nguni, Tsonga, Venda, Zulu e altri. Un 10% circa della popolazione è costituita da bianchi discendenti in prevalenza dai coloni francesi, olandesi, inglesi e tedeschi, anche se poi sono giunti nel paese anche altri immigrati dall’Europa e anche una piccola comunità di italiani. C’è poi un 8% di indiani discendenti da immigrati che furono portati in Sudafrica all’epoca del dominio britannico per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero. Ci sono infine i meticci nati dall’incrocio di diversi gruppi etnici e razziali.
Il 4% circa della popolazione del paese è costituito da immigrati provenienti soprattutto da altri paesi africani vicini come lo Zimbabwe e il Mozambico.
Il Sudafrica è un paese giovane dove il 54% della popolazione ha meno di 25 anni.
Il Sudafrica è un paese piuttosto grande, più di 1.200.000 kmq di estensione e molto ricco di risorse naturali.
La gran parte della popolazione bianca, meticcia ed asiatica vive nelle aree urbane (circa il 90%) mentre soltanto il 42% della popolazione nera vive nelle città. La ragione è dovuta alle conseguenze del vecchio regime dell’apartheid che confinava la popolazione nera nei cosiddetti bantustans o homelands, delle aree a loro esclusivamente riservate, dove godevano anche di una certa autonomia, ma erano completamente separati dal resto della popolazione.
La popolazione nera, soprattutto nelle fasce di età intermedie, è falcidiata dall’AIDS, mentre la popolazione bianca dopo la fine dell’apartheid nel 1995, ha perduto quasi 900.000 persone, che hanno preferito emigrare ed abbandonare il paese temendo rappresaglie da parte della popolazione nera maggioritaria che aveva conquistato il potere e che poi in realtà non ci sono state. L’intelligenza politica di Nelson Mandela ha portato a una graduale pacificazione interetnica e interrazziale dopo decenni di discriminazioni, violenze e lotte. Problemi comunque ci sono ancora e restano molte differenze soprattutto di tipo economico tra le diverse componenti della popolazione.
Il settore minerario è una delle principali ricchezze del paese e produce quasi il 9% del PIL, ma fino agli anni Settanta del Novecento contribuiva al 20% del PIL. Il Sudafrica è uno dei primi produttori mondiali di platino, cromo, vanadio, zirconio, manganese, carbone, ferro, nichel, rame, argento, ma soprattutto oro e diamanti. Le risorse minerarie sono uno dei principali prodotti d’esportazione del Sudafrica.
Il settore agricolo produce poco meno del 3% del PIL nazionale ma impiega ben il 9% della forza lavoro. Il settore agricolo per quanto stia perdendo di importanza relativa, resta uno dei capisaldi dell’economia sudafricana e un’importante fonte di valuta estera data l’elevata percentuale di export.
Il paese ha una grande varietà territoriale e climatica, si va dalle aree semidesertiche a quelle subtropicali ad aree con clima più temperato e mediterraneo come nel sud del paese, nella zona attorno a Città del Capo.
Tra le principali produzioni agricole ci sono: mais, frutti tropicali, agrumi, ortaggi, canna da zucchero, uva. Una parte importante delle produzioni agricole viene esportata. Il Sudafrica avvantaggiandosi della differenza di stagioni, trovandosi collocato nell’emisfero australe, è riuscito a diventare un leader mondiale nel rifornimento dei paesi, soprattutto quelli più sviluppati dell’emisfero boreale: Nord America, Europa, Russia, di prodotti come agrumi, pompelmi, mandarini, uva da tavola, avocado.
Un’altra attività fondamentale del Sudafrica è quella dell’allevamento. Il 65% del territorio nazionale è costituito da praterie e pascoli. Gli allevamenti sono di tipo estensivo su grandi superfici e si concentrano sui bovini con più di 14 milioni di capi e gli ovini con 25 milioni di capi. In misura minore si allevano gli struzzi, un animale tipico del Sudafrica, i cui prodotti (carni, pellame, piume) vengono esportati principalmente verso i paesi dell’Unione Europea. Seguono infine caprini e suini.
I livelli di reddito sono tra i più alti in Africa. Il reddito pro capite nel 2017 era di 5.600 Euro ma, misurato in termini di PPA (parità di potere d’acquisto), raggiungeva quasi i 12.000 Euro.
Il mercato dell’olio d’oliva in Sudafrica è cresciuto molto negli ultimi anni. Il paese produce anche olio d’oliva, soprattutto nella Provincia di Western Cape, ma la domanda supera di molto la produzione interna e viene quindi coperta (al 70%) da importazioni che provengono principalmente dalla Spagna, seguita da Italia, Portogallo e Grecia.
La sempre maggior attenzione dei consumatori della classe media per le tematiche del wellness e di una dieta sana hanno fatto crescere i consumi di olio d’oliva che vanno a sostituire altri grassi animali o oli vegetali ritenuti meno salubri.
Inoltre in Sudafrica ci sono importanti comunità di emigrati provenienti dai paesi mediterranei a cominciare dagli italiani e queste comunità sono un altro target fondamentale per il consumo dell’olio d’oliva.
Le importazioni di olio d’oliva nel 2016 hanno sfiorato le 8.000 tonnellate, allo stesso tempo il Sudafrica ha esportato poco più di 1.300 tonnellate di olio d’oliva principalmente verso paesi come Regno Unito, Germania, Svizzera, Stati Uniti e poi in altri paesi africani limitrofi come Angola, Mozambico, Zambia.
Le potenzialità di ulteriore crescita della domanda e delle importazioni di olio d’oliva dipendono sostanzilmente dalle performances economiche del paese. L’olio d’oliva, per i suoi costi, è comunque un prodotto d’élite che molti sudafricani non possono permettersi. Se le prospettive economiche continueranno ad essere positive e continuerà ad espandersi la classe media è probabile che anche i consumi di olio d’oliva continueranno a crescere.