SPAGNA
MERCATO AGROALIMENTARE: BREVE INTRODUZIONE
La Spagna è stato uno dei paesi dell’area Euro più duramente colpiti dalla crisi economica del 2008-09. Soprattutto furono colpiti il settore immobiliare, oggettivamente ipertrofico e il sistema bancario che aveva generosamente finanziato la bolla immobiliare. Per salvare il sistema bancario spagnolo dal tracollo, il paese dovette ricorrere nel periodo 2012-13 al fondo salva stati europeo e fu varato un piano di aiuti da 100 miliardi di Euro, che ha evitato il default del sistema bancario ma, allo stesso tempo, ha imposto pesanti misure di austerità che hanno colpito la popolazione.
Dal 2014 comunque il paese è riuscito ad uscire dalla recessione e negli ultimi due anni l’economia spagnola ha dimostrato una certa dinamicità, nel 2015 il PIL è cresciuto del +3,2%, nel 2016 ancora un +3,2%, le previsioni per il 2017 sono di un rallentamento al +2,5%. Sicuramente sta pesando sull’economia spagnola la forte incertezza innescata dal rabberciato tentativo di indipendenza della Catalogna. Resta tuttavia elevato il tasso di disoccupazione pari al 21,4%, ma era nel 2013 superiore al 26% e quindi un certo miglioramento c’è stato. Resta superiore al 50% invece la disoccupazione giovanile.
Il settore primario (agricoltura, allevamento e pesca) produce il 2,5% del PIL ma dà lavoro al 4,3% degli occupati.
Ci sono diversi squilibri territoriali nel livello di sviluppo economico e sociale del paese, mentre regioni come quella di Madrid, i Paesi Baschi, la Catalogna e la Navarra, sono allineate con le aree più sviluppate d’Europa, ci sono invece regioni con aree ancora molto arretrate come l’Extremadura, l’Andalusia, la Castilla-La Mancha.
Il settore agroalimentare, agricoltura, allevamento, pesca e industria di trasformazione, è uno dei settori più importanti dell’economia spagnola.
Il settore primario, agricoltura e allevamento è molto sviluppato e organizzato modernamente con produzione di uva, ortaggi, olive, agrumi, cereali, tabacco. L’allevamento riguarda in prevalenza ovini seguiti da bovini e suini.
Sviluppata anche l’industria ittica che fornisce la materia prima per una fiorente industria conserviera.
Tra i settori industriali quello agroalimentare è molto forte con un’elevata propensione all’esportazione, basti pensare ai vini, un settore nel quale gli spagnoli esportano quasi tre volte quello che è il consumo interno.
Il 22% dell’output del settore industriale proviene dalle aziende che producono beni alimentari e bevande.
Il settore è caratterizzato dalla presenza di numerosissime piccole e piccolissime aziende e da alcune multinazionali diventate leader nei rispettivi segmenti. Questo settore produce anche una quota rilevante dell’export spagnolo. Il comparto agroalimentare tra l’altro è uno dei settori che meno ha risentito degli effetti della crisi economica. Questo comparto è concentrato soprattutto nella regione della Catalogna (24%) seguita dall’Andalusia (14%) e da Castiglia e Leon con il 10%.
La Spagna produce ed esporta carni bovine, ovine, caprine, pollame, olio d’oliva, vini, formaggi, pesce e conserve di pesce, molluschi e crostacei.
Il settore realizza più di 40 miliardi di Euro di export all’anno.
La Spagna è il primo produttore la mondo di olive ed olio d’oliva, il secondo produttore al mondo di vini, in volume, dopo l’Italia. Rilevanti anche le produzioni di agrumi, ortaggi, frutta.
Molto rilevante è l’interscambio commerciale tra Italia e Spagna che complessivamente supera i 38 miliardi di Euro l’anno.
Per quanto riguarda prodotti agroalimentari e bevande l’Italia nel 2016 ha esportato verso la Spagna per 1.434 milioni di Euro, mentre abbiamo importato per 4.562 milioni di Euro con un avanzo a favore della Spagna di ben 3.128 milioni di Euro. Le esportazioni spagnole verso l’Italia sono tre volte le esportazioni dell’Italia verso la Spagna.
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