SLOVENIA
MERCATO AGROALIMENTARE: BREVE INTRODUZIONE
La Slovenia è un piccolo paese prevalentemente montagnoso con una superficie complessiva di 20.273 km quadrati e una popolazione di poco superiore ai due milioni di abitanti, sostanzialmente omogeneo dal punto di vista etnico. La capitale e anche la città principale è Ljubljana (circa 280.00 abitanti).
Il PIL pro-capite è pari a poco più di 18.000 Euro pro capite. L’Italia è dopo la Germania il paese con cui la Slovenia ha il più elevato interscambio commerciale. Membro dell’Unione Europea ha adottato dal 1 gennaio 2007 l’Euro come valuta.
L’entrata della Slovenia nell’Unione Europea prima e, dal 1 gennaio del 2007, anche nell’Euro ha aperto nuove opportunità di scambio commerciale.
Il paese che, dopo lo scioglimento della ex Jugoslavia e l’Indipendenza all’inizio degli anni Novanta, aveva spinto molto sull’apertura della propria economia ai mercati internazionali ed era riuscita a raggiungere livelli di crescita media attorno al 3% annuo, puntando molto, da un lato sull’export e dall’altro, sul forte sviluppo del settore immobiliare, nel 2008-9, con la crisi internazionale subì un contraccolpo durissimo. La caduta del PIL fu di quasi l’8%, accentuatasi negli anni successivi fino ad arrivare a una perdita complessiva di PIL rispetto al periodo pre-crisi di oltre l’11%. Negli ultimi anni il paese è riuscito comunque a riprendere il sentiero della crescita. Nel 2014 il PIL ha ripreso ad aumentare dopo anni di calo ed è cresciuto del 2,6%, nel 2015, del 3,1% nel 2016 e del 4,4 nel 2017, si prevede che crescerà di una percentuale superiore al 3% anche nel 2018.
L’economia slovena è abbastanza sviluppata e diversificata, d’altronde il paese era ancor prima dell’indipendenza, il più ricco ed avanzato dell’ex Federazione Jugoslava.
L’agricoltura dà un contributo di circa il 2,2% al PIL, gran parte delle attività agricole, anche quelle vinicole, si svolgono su piccole e piccolissime aziende con estensioni limitate, in media di 6 ettari. Il paese è un discreto produttore di cereali, soprattutto mais e frumento, patate, semi oleaginosi, barbabietole, prodotti ortofrutticoli, soprattutto mele, pere, pesche, ciliegie, susine, fragole. Improtante anche il settore vitivinicolo con una produzione annua di circa 90.000 tonnellate di uve e circa 70 milioni di litri di vino.
L’allevamento è concentrato soprattutto sui bovini (48%), sul pollame (33%) e sui suini (16%).
Stanno crescendo molto le produzione biologiche che ormai rappresentano il 9% delle superfici coltivate.
Il settore della trasformazione dei prodotti alimentari e dell’allevamento può contare su circa 2.000 aziende la gran parte delle quali di piccole e piccolissime dimensioni, ci sono soltanto una cinquantina di aziende di medie e grandi dimensioni.
La produzione riguarda prodotti lattiero-caseari, prodotti da forno, pasta, carni e derivati, conserve, dolci e cioccolato, bevande.
La Slovenia comunque non è autosufficiente per quel che riguarda la produzione agroalimentare.
La Slovenia nel 2016 ha esportato prodotti agricoli, alimentari e bevande per un valore di circa 1.370 milioni di Euro a fronte di importazioni per 2.210 milioni di Euro con un saldo negativo di 840 milioni di Euro.
L’Italia ha esportato in questi comparti per 364 milioni di Euro a fronte di importazioni per 307 milioni di Euro, con un saldo a nostro favore per 57 milioni di Euro.
L’Italia ha esportato soprattutto ortaggi e legumi freschi, caffè, tè e spezie, frutta, bevande, alcolici, conserve, oli vegetali, farine, pasta e prodotti da forno. Importiamo soprattutto: zucchero, animali vivi, succhi di frutta, piante e fiori, pesci e crostacei.
La distribuzione commerciale dei prodotti alimentari e delle bevanda passa per il 90% attraverso le grandi catene della GDO (grande distribuzione organizzata), sia locali che internazionali.
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