COREA DEL SUD

IL MERCATO AGROALIMENTARE: BREVE INTRODUZIONE

La Corea del Sud è un paese piccolo per estensione territoriale, circa 100.000 kmq (un terzo dell’Italia), ma con una popolazione di poco più di 51 milioni d’abitanti. Uscito devastato dalla durissima guerra civile all’inizio degli anni Cinquanta, che divise il paese in due stati: la Corea del Sud, filoccidentale e la Corea del Nord, comunista, è diventato, a partire dagli anni Sessanta, una delle cosiddette “tigri asiatiche”, cioè uno dei paesi a più rapido sviluppo economico ed è, oggigiorno, una nazione ormai pienamente industrializzata con buoni ritmi di crescita.
Le caratteristiche geografiche del paese rendono la Corea poco adatta allo sviluppo di un’agricoltura moderna ed efficiente. Il 70% del territorio è montagnoso pur senza raggiungere grandi altezze, il monte più alto arriva ai 2.000 metri. A ciò si aggiunga che continua ad esserci domanda di terreni per usi abitativi ed industriali in un paese che ha un’estensione pari a un terzo dell’Italia ma con una popolazione che supera i 51 milioni. Pertanto la superficie coltivabile è soltanto il 17% del territorio coreano e si trova soprattutto nelle zone pianeggianti orientali e sud-orientali.
Il clima è continentale con inverni freddi e secchi ed estati umide e calde.
La popolazione è etnicamente omogenea e per quanto negli ultimi anni ci siano stati fenomeni di immigrazione di lavoratori provenienti soprattutto da paesi del sud est asiatico, la percentuale di residenti stranieri è leggermente inferiore al 2% della popolazione.
L’82% dei coreani vivono nelle aree urbane soprattutto nel grande agglomerato della capitale, Seoul, che raggiunge, comprendendo tutta l’area metropolitana e le città satelliti, circa 24 milioni di abitanti, seguita da Busan con 3,5 milioni e Incheon con 2,7 milioni. In queste tre più grandi città del paese risiede più della metà della popolazione.
La Corea del Sud è la dodicesima economia mondiale e la quarta in Asia dopo Cina, Giappone e India. La Corea è quindi un paese ormai ad elevato livello di sviluppo economico. La Corea del Sud è un paese con un’economia fortemente orientata all’esportazione che ha risentito pesantemente della crisi internazionale della fine del 2008-09 ma che è riuscita a riprendersi con una sorprendente rapidità. Il PIL è cresciuto del +2,9 nel 2013, nel 2014 del +3,3, nel 2015 del +2,6, nel 2016 del + 2,8 e nel 2017 si prevede crescerà poco meno del 3%.
Il settore primario, per quanto fortemente difeso con misure protezionistiche, anche grazie ai rapporti molto stretti tra gli agricoltori ed alcune forze politiche, ha comunque visto decrescere il suo apporto al PIL del paese. Attualmente solo poco più del 3% del PIL deriva da questi settori anche se impiegano ancora circa il 7% della popolazione attiva.
Il settore agricolo è piuttosto inefficiente per varie ragioni: ridotte dimensioni delle aziende, sottocapitalizzazione, invecchiamento della forza lavoro, politiche commerciali protezionistiche che attraverso barriere, soprattutto non tariffarie, proibiscono o limitano fortemente le importazioni di diversi prodotti agricoli.
La Corea produce riso, orzo, patate, soia, mais. Gli allevamenti sono concentrati su bovini e suini ma, anche a causa di alcune epidemie, il numero di capi si è ridotto parecchio negli anni. Molto importante è la produzione di pesce i cui consumi sono molto elevati nella popolazione coreana. Il paese è dotato di una grande flotta peschereccia ma ha sviluppato anche gli allevamenti di pesce e molluschi.
La Corea del Sud è comunque un importatore netto di prodotti agroalimentari. Nel 2016 ha esportato prodotti agricoli, beni alimentari e bevande per un valore di 5,73 miliardi di Euro, a fronte di importazioni per 22,20 miliardi di Euro, con un disavanzo di ben 16,47 miliardi. L’Italia ha esportato in questi comparti circa 208 milioni di Euro, quindi una percentuale minima dell’import coreano anche se va sottolineato che, soltanto una decina di anni fa, l’ammontare del nostro export agroalimentare era un quarto di quello attuale. Negli ultimi dieci anni le nostre esportazioni hanno continuato a crescere a dimostrazione dell’apprezzamento che i nostri prodotti, a cominciare dai vini, incontrano presso i consumatori coreani. Sicuramente ci sono ancora grandi possibilità di crescita. I prodotti più richiesti sono: vini, olio d’oliva, tartufi, pasta, aceto balasamico, conserve, pomodori pelati, prosciutti, formaggi.

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Formato: PDF
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Pagine: 90
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