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TAILANDIA

MERCATO AGROALIMENTARE: BREVE INTRODUZIONE

La Tailandia è per estensione il terzo paese dell’ASEAN con una superficie di circa 513.000 kmq e il quarto per popolazione con quasi 69 milioni di abitanti.
La Tailandia dal punto di vista geografico si può dividere in quattro macroregioni: al nord ci sono le montagne che coprono gran parte delle zone settentrionali del paese e sono ricche di vegetazione tropicale. Nelle zone nordorientali si estende invece l’altopiano di Khorat, una zona arida costeggiata dal fiume Mekong.
La regione centrale che è la più popolata ed è quella nella quale si estende la capitale del paese Bangkok, è un’area pianeggiante molto fertile dal punto di vista agricolo.
Le regioni meridionali sono invece dotate di grandi risorse forestali e ittiche.
Il paese ha un clima tropicale caldo e umido, colpito anche da venti monsonici. Le temperature oscillano tra i 25 e i 38 gradi centigradi a secondo della stagione. Le stagioni del paese in realtà possono essere suddivise in tre: l’inverno che va da novembre a febbraio con temperature tra i 23 e i 30 gradi e piogge frequenti, l’estate da aprile a maggio con temperature che superano facilmente i 38 gradi. C’è poi la stagione delle piogge da giungo ad ottobre, con piogge torrenziali, quotidiane che rinfrescano un po’ le temperature elevate.
La popolazione è per il 75% di etnia thai, il secondo gruppo etnico del paese sono i cinesi, 14%, seguiti dai malesi 4% e un 2% di khmer.
Il 94% dei tailandesi sono di religione buddista e soltanto un 5% sono islamici e l’1% cristiani.
L’etnia cinese a differenza di quello che è avvenuto in altri paesi del sud-est asiatico si è ben integrata nella società tailandese adottando usi, costumi e lingua locale. I cinesi sono sparsi un po’ dovunque ma con una maggiore concentrazione a Bangkok e in alcune città del sud del paese come Hat Yai e Songkhla. Tuttavia anche in Tailandia la minoranza cinese ha un ruolo preponderante nelle attività economiche e commerciali e attualmente l’80% dei grandi gruppi imprenditoriali tailandesi sono controllati da tailandesi di origine cinese.
Il settore agricolo è importante sia per il contributo che dà alla formazione del PIL, (il 9,1%), ma soprattutto perché occupa il 33,9% della forza lavoro, quindi un terzo della popolazione tailandese occupata lavora in questo settore.
Circa un terzo del territorio tailandese è costituito da terreni agricoli e la metà di questi sono coltivati a riso. Altre coltivazioni di rilievo sono: tapioca, canna da zucchero, e caucciù, olio di palma, manioca, noci di cocco.
Il riso è innanzitutto la componente principale della dieta tailandese e in secondo luogo è uno dei principali prodotti di esportazione del paese. I raccolti sono fortemente influenzati dalle precipitazioni . Negli ultimi anni la produzione risicola si è ridotta di quasi l’8% a causa della diminuzione della domanda internazionale di questo prodotto che ha causato anche una caduta dei prezzi di vendita.
Per quel che riguarda la canna da zucchero la Tailandia è il primo produttore asiatico e il secondo produttore mondiale, dopo il Brasile.
Un altro settore importante è quello della produzione di caucciù, una materia prima indispensabile nella produzione di molti prodotti industriali e di consumo. La Tailandia è il maggior produttore mondiale di caucciù con il 36,5% del totale delle esportazioni mondiali di questo prodotto.
La tapioca, che si estrae dalla radice della manioca, viene esportata sostanzialmente come mangime.
Il settore agricolo tailandese sta subendo negli ultimi anni alcuni cambiamenti strutturali. Si va verso una maggiore concentrazione della proprietà terriera, l’eccessiva frammentazione ha ostacolato negli anni passati, l’introduzione di tecnologie, meccanizzazione, economie di scala. Lo sviluppo di un settore agroindustriale sta invece spingendo verso la nascita di gruppi più grandi con l’obiettivo di aumentare la produttività del settore.
Negli ultimi anni è aumentato consistentemente anche l’utilizzo di fertilizzanti, ma sono aumentati anche i salari nel settore agricolo.
La Tailandia ancora utilizza misure protezionistiche per sostenere e favorire lo sviluppo del suo settore agricolo.
L’allevamento è sempre stato un’attività secondaria rispetto a quella agricola ma, negli ultimi anni, l’aumento della domanda di carni da parte dei consumatori urbani, ha favorito lo sviluppo degli allevamenti soprattutto di pollame e suini.
La Tailandia è uno dei grandi esportatori netti di derrate alimentari, il quinto a livello mondiale, soprattutto: riso, crostacei, pesce congelato, tonno conservato.
Il settore della pesca anche se dà un contributo minimo al PIL nazionale (0,76%) è importante per le esportazioni di pesce e crostacei freschi e congelati.
Nel 2016 la Tailandia ha esportato derrate agricole, prodotti alimentari e bevande per un valore superiore ai 32 miliardi di Euro, a fronte di importazioni per quasi 13 miliardi con un surplus quindi superiore ai 19 miliardi di Euro. L’Italia ha esportato sempre nel 2016, in questi comparti, per un valore di soltanto 78 milioni di Euro a fronte di importazioni per ben 338 milioni di Euro con un avanzo a favore della Tailandia di 260 milioni di Euro.

 

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