BRASILE
MERCATO AGROALIMENTARE: BREVE INTRODUZIONE
Il Brasile è il più grande paese dell’America Latina sia per estensione territoriale, sia per popolazione. Occupa quasi metà del continente sudamericano con un’estensione di oltre 8,5 milioni chilometri quadrati.
Il Brasile ha poco più di 200 milioni di abitanti che appartengono a un miscuglio infinito di razze ed etnie: popolazioni indigene, europei, africani, asiatici. La popolazione brasiliana è un autentico melting pot, metà circa è di razza nera o mulatta in quanto discendenti degli schiavi che furono portati dall’Africa in epoca coloniale. Nella seconda metà dell’Ottocento arrivarono più di cinque milioni di emigranti dall’Europa, soprattutto italiani e portoghesi ma anche, sia pure in misura minore: spagnoli, tedeschi, svizzeri, polacchi, ucraini, russi. Gli italiani comunque rappresentarono il gruppo più numeroso, circa un terzo del totale degli immigrati tra il 1880 e il 1930. Ma a partire dall’inizio del Novecento arrivarono anche flussi di emigrati dall’Asia: libanesi, siriani, giapponesi. Oggigiorno il Brasile ha la più numerosa comunità di giapponesi al di fuori del Giappone, circa 1,6 milioni di persone.
Ma dagli anni Trenta del Novecento il presidente Getulio Vargas decise di limitare l’afflusso di stranieri nel paese.
La distribuzione della popolazione in questo immenso paese non è uniforme. La gran parte è concentrata nelle zone costiere atlantiche e soprattutto nello Stato di San Paolo che da solo ha più di 40 milioni di abitanti di cui la metà concentrati nell’omonima capitale.
Il Brasile è uno dei paesi al mondo con le maggiori disuguaglianze nella distribuzione dei redditi nonostante le politiche sociali attuate negli ultimi anni dai governi, prima del presidente Lula da Silva e dopo da quelli della presidentessa Dilma Roussef, ultimamente entrambi in gravi difficoltà politiche per gli scandali che hanno travolto i loro governi.
I settori dell’agricoltura e dell’allevamento sono di importanza fondamentale e producono quasi il 6% del PIL del paese.
Il Brasile possiede il 22% delle terre coltivabili del pianeta. Ha 64 milioni di ettari di terreno destinati alle produzioni agricole ed è il terzo esportatore mondiale di prodotti agricoli. È il maggior produttore mondiale di caffè, zucchero, soia, succo d’arancia. Altri prodotti importanti sono: il mais, il tabacco, la frutta tropicale, il frumento, il cacao, il riso. L’export brasiliano nel settore primario arriva complessivamente a poco più di 86 miliardi di Euro all’anno.
Il Brasile è anche il primo produttore mondiale di carne bovina, e il terzo per la produzione di pollame. Ha 220 milioni di ettari di pascoli e una popolazione bovina di oltre 200 milioni di capi.
Lo sviluppo sia delle produzioni agricole che degli allevamenti hanno creato anche, in alcune regioni del paese, problemi gravi di carattere ecologico con fenomeni di deforestazione selvaggia.
La produzione brasiliana di prodotti alimentari e bevande per l’80% è destinata al mercato nazionale ma un 20% viene esportata. I principali prodotti d’esportazione sono: soia, carne, pollame, zucchero.
L’abbondanza di territorio fa sì che le produzioni agricole, come anche gli allevamenti, siano di tipo estensivo, con una bassa produttività. In pratica costa meno o comporta meno fatica mettere a coltura o a pascolo nuovi territori che non puntare sull’efficienza, sulla tecnologia, sui ritrovati scientifici per accrescere la produzione.
Il settore della pesca avrebbe enormi potenzialità avendo il Brasile sia 7.500 chilometri di costa atlantica, sia il 12% delle acque dolci del pianeta e potrebbe, secondo alcune stime, produrre senza grandi sforzi fino a 20 milioni di tonnellate di prodotti ittici all’anno. Invece questo settore è trascurato e la produzione di pescato a malapena raggiunge 1,5 milioni di tonnellate.
Il Brasile è anche un importante produttore di bevande alcoliche, è tra i primi produttori mondiali di birra, importante anche la produzione di vino e di superalcolici come la cachaça, un liquore prodotto con la canna da zucchero.
Sia l’agricoltura che l’allevamento sono considerati settori strategici dell’economia brasiliana anche per la loro elevata propensione all’esportazione e il Governo sta cercando di aumentare la produttività del settore.
Una coltura che ha conosicuto un enorme sviluppo nelgi ultimi anni in Brasile è la soia. Grandi estensioni di territorio sono state coltivate a soia che viene esportata soprattutto verso la Cina dove la si utilizza come mangime per gli allevamenti intensivi di maiali.
Negli ultimi anni sono anche aumentate le importazioni di prodotti alimentari dall’estero per varie ragioni: aumento del potere d’acquisto di alcune fasce di consumatori, aumento dei flussi turistici, modifica degli stili di vita soprattutto nei grandi conglomerati urbani con un numero sempre maggiore di persone che consuma pasti fuori casa che ha determinato una crescita del settore della ristorazione.
Il Brasile importa ogni anno più di 7 miliardi di prodotti alimentari e bevande dall’estero. I principali fornitori sono in ordine di importanza: l’Argentina, gli Stati Uniti, l’Uruguay.
Le importazioni sono comunque ostacolte sia da barriere tariffarie (dazi e tasse), sia da barriere non tariffarie (normative sanitarie, procedure amministrative farraginose, ecc.).
Tra i prodotti italiani più esportati verso il mercato brasiliano ci sono i vini, l’olio d’oliva, l’aceto balsamico, ma anche le conserve, i sughi e i condimenti, le paste alimentari, i formaggi, gli insaccati, i funghi e i tartufi.
Anche in Brasile colpisce il fenomeno dell’italian sounding, beni alimentari che richiamano, nel nome o nel packaging, specialità italiane ma che invece vengono prodotti in altri paesi. Il caso più eclatante è quello del “parmesão” che è una sorta di imitazione locale del nostro Parmigiano Reggiano.
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Report 2024
Formato: PDF
Prezzo: Euro 55
Codice prodotto: BRA24AAREP
Pagine: 90
Stato: in aggiornamento
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