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SUDAFRICA

MERCATO AGROALIMENTARE: BREVE INTRODUZIONE

Il Sudafrica è uscito dal vecchio regime segregazionista nel 1995 con l’avvento al potere dell’African National Congress il partito guidato da Nelson Mandela e che raccoglie il consenso della maggioranza della popolazione nera. Ancora oggi, nonostante i cali nei consensi il potere è saldamente in mano dell’ANC.
Il Sudafrica che ha una popolaizone di circa 54 milioni di abitanti è una società multietnica dove il 77% della popolazione è costituita da neri appartenenti a diverse etnie come Nguni, Tsonga, Venda, Zulu e altri. Un 10% circa della popolazione è costituita da bianchi discendenti in prevalenza dai coloni francesi, olandesi, inglesi e tedeschi, anche se poi sono giunti nel paese anche altri immigrati dall’Europa e anche una piccola comunità di italiani. C’è poi un 8% di indiani discendenti da immigrati che furono portati in Sudafrica all’epoca del dominio britannico per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero. Ci sono infine i meticci nati dall’incrocio di diversi gruppi etnici e razziali.
Il 4% circa della popolazione del paese è costituito da immigrati provenienti soprattutto da altri paesi africani vicini come lo Zimbabwe e il Mozambico.
Il Sudafrica è un paese giovane dove il 54% della popolazione ha meno di 25 anni. Il Sudafrica è un paese piuttosto grande , più di 1.200.000 kmq di estensione e molto ricco di risorse naturali.
Il settore agricolo produce poco meno del 3% del PIL nazionale ma impiega ben il 9% della forza lavoro.
Il settore agricolo per quanto stia perdendo di importanza relativa, resta uno dei capisaldi dell’economia sudafricana e un’importante fonte di valuta estera data l’elevata percentuale di export. Le aree coltivate rappresentano il 13% del territorio nazionale e circa la metà delle superfici arabili.
Il paese ha una grande varietà territoriale e climatica, si va dalle aree semidesertiche a quelle subtropicali ad aree con clima più temperato e mediterraneo come nel sud del paese, nella zona attorno a Città del Capo, con coltivazioni intensive di olivi, vigneti, ortaggi.
Nelle province centrali e occidentali del paese, nelle province del Northern Cape, del Free State, del Mpumalanga e nella parte meridionale del Limpopo predominano il grano e i cerali.
Nel nord e nell’est del paese, nelle province di Limpopo, nelle zone orientali del Mpumalanga e del Kwazulu-Natal, predominano le coltivazioni di canna da zucchero, gli agrumi, le coltivazioni frutticole.
Tra le principali produzioni agricole ci sono: mais, frutti tropicali, agrumi, ortaggi, canna da zucchero, uva. Una parte della produzione di uve viene dedicata alla produzione vinicola ma la gran parte viene invece esportata come uva da tavola. Una parte importante delle produzioni agricole viene esportata. Il Sudafrica avvantaggiandosi della differenza di stagioni, trovandosi collocato nell’emisfero australe, è riuscito a diventare un leader mondiale nel rifornimento dei paesi, soprattutto quelli più sviluppati dell’emisfero boreale: Nord America, Europa, Russia, di prodotti come agrumi, pompelmi, mandarini, uva da tavola, avocado.
Nel settore agricolo è in corso una riforma agraria che ha l’obiettivo di restituire gradualmente alla popolazione di colore il 30% delle terre per modificare la situazione che era stata sancita dal vecchio regime dell’apartheid che riservava praticamente l’86% delle terre alla popolazione bianca. I neri avevano accesso alla proprietà terriera all’interno di zone teoricamente indipendenti, chiamate bantustans, in gran parte regioni aride e poco produttive.
Il meccanismo che è stato scelto in Sudafrica, è un meccanismo graduale basato sulla vendita volontaria e non sull’esproprio, il principio del “willing seller, willing buyer”, quindi un sistema di incentivi per favorire una ripartizione più equilibrata delle risorse.
Sinora, in circa vent’anni i risultati di questa politica sono stati modesti e soltanto il 6% dei terreni è stato ridistribuito alla popolazione di colore.
Come retaggio comunque del passato il settore agricolo ha ancora una struttura dualistica. Da un lato c’è, nelle aree più povere abitate in prevalenza da popolazione di colore, un’agricoltura di sussistenza, con bassa produttività e, dall’altro lato, un’agricoltura moderna, intensiva, altamente meccanizzata, con una forte propensione all’export, con strutture logistiche e distributive efficienti, gestita in prevalenza da proprietari bianchi. Coesistono quindi aziende di medie e grandi dimensioni, gestite con criteri manageriali, tecnicamente moderne e con una forte propensione commerciale e all’export, assieme a una pletora di piccole e piccolissime fattorie gestite con sistemi arcaici, scarsamente produttive e con poca capacità commerciale.
Uno dei grossi problemi dell’agricoltura sudafricana è l’insufficienza, in diverse aree del paese, di adeguate risorse idriche. In molte zone l’andamento erratico delle precipitazioni renderebbe necessario il ricorso all’irrigazione per garantire le produzioni agricole ma soltanto una minima parte del territorio è dotata di questo tipo di impianti per cui l’output agricolo può fluttuare consistentemente da un anno con l’altro. In alcune aree del paese la progressiva desertificazione è un problema serio che minaccia le produzioni agricole.
Un’altra attività fondamentale del Sudafrica è quella dell’allevamento. Il 65% del territorio nazionale è costituito da praterie e pascoli. Gli allevamenti sono di tipo estensivo su grandi superfici e si concentrano sui bovini con più di 14 milioni di capi e gli ovini con 25 milioni di capi. In misura minore si allevano gli struzzi, un animale tipico del Sudafrica, i cui prodotti (carni, pellame, piume) vengono esportati principalmente verso i paesi dell’Unione Europea. Seguono infine caprini e suini.
Il settore della pesca, nonostante il paese abbia ben 3.000 chilometri di coste, ha perso, col tempo, importanza a seguito dell’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche effettuato nei decenni scorsi, che ha portato a una riduzione notevole del pescato. Le principali specie che vengono catturate in quei mari sono: merluzzi, sardine, aringhe, tonni e cefalopodi.
Data la rilevanza delle produzioni agricole anche il settore della trasformazione alimentare e delle bevande è molto sviluppato e produce circa il 3% del PIL del paese.
Nel settore delle bevande il Sudafrica è uno dei maggiori produttori e distributori al mondo di birra con più di 200 marchi differenti. Ci sono numerosi produttori in gran parte concentrati nella regione del Capo e una parte rilevante della produzione viene anche esportata.
Il paese è anche un grande produttore di vino, anzi uno dei paesi emergenti nella produzione vinicola. Nel 2016 sono stati prodotti più di 1.100 milioni di litri di vino di cui circa la metà vengono esportati un po’ in tutto il modo.
In Sudafrica risiede anche una comunità di italiani espatriati di circa 90.000 persone e sempre più apprezzata sono la nostra cucina e i nostri prodotti come testimoniano anche i numerosi ristoranti italiani.

 

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