ESTONIA
MERCATO AGROALIMENTARE: BREVE INTRODUZIONE
L’Estonia è il più nordico dei paesi baltici e anche il più piccolo con neanche 1.400.000 abitanti. Si trova però collocato in una posizione geografica strategica nel cuore dell’area baltico-scandinava, di fronte alle coste meridionali della Finlandia e al confine tra Unione Europea e Federazione Russa.
Il paese fino al 1991 faceva parte dell’Unione Sovietica, dopo di allora, con l’Indipendenza, ha avviato un processo radicale di riforme per trasformare la sua economia in economia di mercato ed integrarsi con i paesi dell’Europa Occidentale. Nel 2004 è entrata a far parte dell’Unione Europea e nel 2011 anche della zona Euro.
Gli estoni, dal punto di vista etnico e linguistico sono “parenti” dei finlandesi, la loro lingua non è una lingua indoeuropea ma appartiene al piccolo gruppo delle lingue ugro-finniche. Per questa ragione gli estoni, a differenza degli altri popoli baltici: lituani e lettoni, si sentono più scandinavi.
Dopo il 1991 con l’Indipendenza e il ritiro delle truppe sovietiche diverse decine di migliaia di cittadini di origine slava abbandonarono il paese, tuttavia ancora oggi un 26% circa della popolazione è slava, prevalentemente di etnia russa.
L’Estonia è un paese molto piccolo, sia per estensione territoriale che per numero di abitanti.
Anche se i redditi medi sono meno della metà di quelli dei limitrofi paesi scandinavi, rispetto agli altri paesi dell’Est Europa, ex appartenenti al blocco sovietico, l’Estonia ha raggiunto un buon livello di ricchezza, il reddito medio pro capite è infatti attorno ai 15.000 Euro.
Il paese ha completato in maniera estremamente rapida il passaggio da economia pianificata di tipo sovietico a economia di mercato integrata nell’area Euro.
La diversificazione settoriale dell’economia, date le piccole dimensioni del paese, è limitata mentre il grado di apertura al commercio internazionale molto alto.
Con l’adesione all’Unione Europea il comparto agricolo ha subito una profonda ristrutturazione consentendo al paese, comunque, di migliorare le sue produzioni soprattutto in alcuni comparti come quello dell’allevamento di bovini e della produzione di latte e latticini, ma anche nell’allevamento di suini e pollame e negli ultimi anni anche nelle coltivazioni biologiche che si stanno diffondendo anche in quel paese.
L’Estonia ha circa un milione di ettari di terra coltivabile ma soltanto il 60% sono effettivamente coltivati. Le condizioni climatiche piuttosto rigide non favoriscono le produzioni agricole.
Da sottolineare che circa il 16% dei terreni coltivati sono dedicati a coltivazioni biologiche.
Le principali attività nel settore agricolo sono quella lattiero-casearia, la produzione di cereali soprattutto grano e segale, semi di colza, patate, funghi, frutti di bosco e gli allevamenti di suini.
Il comparto dell’industria agrolimentare produce circa il 17% del fatturato del settore manifatturiero ed esporta circa il 20% della sua produzione soprattutto verso gli altri paesi baltici e scandinavi.
La cucina estone è basata in prevalenza sul consumo di patate, farine di segale, latticini e carni ma con l’apertura verso l’Europa Occidentale anche in Estonia cominciano a diffondersi modelli di consumo alimentare più attenti agli aspetti salutistici con l’aumento dei consumi di pasta, di riso e la sostituzione del burro e della margarina con oli vegetali. A ciò si affianca una crescita sia della produzione che del consumo di prodotti biologici, il 70% dei quali vengono importati.
L’Estonia comunque non è autosufficiente nella sua produzione alimentare e importa circa il 35% dei prodotti consumati nel paese. Si importano soprattutto: vini, oli vegetali compreso l’olio d’oliva, biscotti e pasticceria, pesce, altre bevande alcoliche, frutta, ortaggi e verdure fresche, caffè, tè, e spezie.
Nel 2016 il paese ha importato prodotti agricoli, alimentari e bevande per un valore superiore ai 1.500 milioni di Euro, di questi soltanto 46 provenivano dall’Italia.
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