IL MERCATO DELL’OLIO D’OLIVA IN AUSTRALIA
Il Mercato dell’OLIO D’OLIVA in AUSTRALIA
Report 2025
Formato: PDF
Prezzo: Euro 47
Codice prodotto: AUS25OOREP
Pagine: 90
Stato: in aggiornamento
Indice Report: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato dell'olio d'oliva: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di olio d'oliva - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di olio d'oliva - Tariffe, tassazione e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita dell'olio d'oliva - Catene della GDO (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Altri canali commerciali - Formazione dei prezzi - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.
Il Mercato dell’OLIO d’OLIVA in AUSTRALIA
Database 2025
Formato: Excel
Prezzo: Euro 43
Codice prodotto: AUS25OODB
Numero riferimenti: 150
Stato: in aggiornamento
Indice Database. Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della GDO (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca (Hotel, restaurant, catering) - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana.
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IL MERCATO DELL’OLIO D’OLIVA IN AUSTRALIA
BREVE INTRODUZIONE
L’Australia è uno Stato federale aderente al Commonwealth britannico. È costituito da sei Stati: Nuovo Galles del Sud, Victoria, Queensland, Southern Australia, Western Australia, Tasmania e da due Territori: Australian Capital Territory e Northern Territory.
L’Australia è un continente con un’estensione territoriale che è quasi il doppio di quella dell’Europa e con una popolazione di poco inferiore ai 25 milioni di abitanti. Il paese presenta una grande varietà climatica, si va dal clima tropicale nelle regioni settentrionali a quello continentale temperato delle regioni sudorientali e della Tasmania.
La popolazione è dispersa su un territorio immenso, ma il 57% degli abitanti sono concentrati nello Stato del Nuovo Galles del Sud. Un altro 20% della popolazione si trova nello Stato del Queensland, quindi in due soli Stati si trova il 77% della popolazione australiana.
L’Australia è stata per lungo tempo, sin dall’Ottocento, destinazione di flussi migratori anche dall’Italia e oggigiorno il 5% della popolazione australiana è di origine italiana, negli ultimi decenni i principali flussi migratori sono di provenienza asiatica: cinesi, indiani, ma anche neozelandesi.
Gli aborigeni invece, la popolazione indigena dell’Australia rappresenta soltanto il 2,5% della popolazione totale.
L’88,4% della popolazione vive nelle aree urbane, una delle percentuali più elevate al mondo. Le due più grandi aree metropolitane del paese, quella di Sidney (circa 4,6 milioni di abitanti) e quella di Melbourne (circa 4,1 milioni di abitanti), riuniscono assieme quasi il 40% della popolazione del paese.
La struttura dell’economia australiana si basa su gruppi di aziende di grandi dimensioni con settori, quindi, caratterizzati da livelli di concentrazione molto elevata come, per esempio, il settore minerario, il settore agricolo, quello della produzione di energia, il settore della costruzione di opere infrastrutturali, le telecomunicazioni, la distribuzione commerciale.
Questi elevati livelli di concentrazione sono stati favoriti, per molti anni, da politiche protezionistiche, come anche dalle dimensioni limitate del mercato interno, con una popolazione molto piccola in rapporto alle dimensioni del paese.
Agricoltura, allevamento e pesca, sono settori molto importanti per l’economia australiana e impiegano ancora circa il 2,9% della popolazione attiva.
L’Australia produce: frumento, avena, sorgo, mais, orzo, riso, ortaggi, frutta, semi oleaginosi, cotone, zucchero, tabacco, foraggio, vini, carne, lana.
Il settore agricolo esporta metà della sua produzione e assieme agli altri comparti del settore primario: allevamento, pesca, miniere e silvicoltura, produce più della metà del valore delle esportazioni totali di beni e servizi dall’Australia.
Per quel che riguarda il settore minerario l’Australia è uno dei maggiori produttori al mondo di minerali e metalli che esporta abbondantemente.
Per quel che riguarda il settore secondario l’Australia ha subìto negli ultimi anni forti processi di deindustrializzazione come conseguenza della scarsa competitività internazionale delle sue produzioni manifatturiere.
Il mercato australiano è condizionato dalle enormi distanze che esistono nel paese. I centri di distribuzione si concentrano nelle città di Sydney, Melbourne e Brisbane ad est e Perth ad ovest. I problemi logistici e i costi di trasporto vanno attentamente valutati.
Circa il 65% dei trasporti interni in Australia si effettuano via strada, quindi su ruote. Il trasporto aereo è il mezzo principale con il quale vengono effettuate anche gran parte delle esportazioni, ad eccezione delle materie prime sfuse.
Data la conformazione del territorio e la presenza di ben 15.000 chilometri di coste, il trasporto marittimo è fondamentale, il 45% del totale delle merci viene trasportato per via marittima. Soprattutto le materie prime, sia agricole che minerarie, vengono trasportate via nave. I porti australiani sono maggiormente attrezzati per il trasporto di prodotti sfusi che non di containers.
L’andamento del PIL australiano è molto legato all’andamento delle principali economie asiatiche soprattutto Cina e India che sono i due paesi che rappresentano i principali mercati di destinazione dell’export australiano. Il fatto che l’economia australiana sia molto dipendente dalle esportazioni dei settori primari: quello minerario e quello agricolo, è un fattore di costante incertezza a causa del fatto che i prezzi delle commodities sui mercati internazionali sono molto variabili.
Per quel che riguarda il mercato dell’olio d’oliva l’Australia ha, negli ultimi vent’anni, cominciato a sviluppare una propria produzione che ormai supera le 21.000 tonnellate annue ma che comunque non è sufficiente a soddisfare la domanda interna che supera le 45.000 tonnellate annue.
I consumi interni di olio d’oliva negli ultimi quindici anni sono raddoppiati e il trend di crescita prosegue nonostante i prezzi, soprattutto dell’olio importato, siano aumentati negli ultimi anni.
Una parte rilevante quindi dei consumi interni vengono soddisfatti da importazioni provenienti principalmente dalla Spagna e dall’Italia, seguite a distanza da: Grecia, Tunisia e Turchia, complessivamente si importano circa 37.000 tonnellate annue di olio d’oliva.
La produzione nazionale è comunque in continua crescita (è raddoppiata negli ultimi cinque anni), è sostenuta attivamente anche dalle autorità australiane ed ha cominciato a generare anche flussi di esportazione di olio d’oliva dall’Australia soprattutto verso i paesi asiatici.
Le zone dove si coltiva l’olivo in Australia sono quelle costiere meridionali soprattutto sudorientali ma anche, in misura minore, quelle sudoccidentali.
L’olio d’oliva è apprezzato per i suoi effetti benefici sulla salute e quindi viene scelto dai consumatori australiani sempre più attenti alle tematiche legate al benessere e a una dieta sana.
L’Australia è un paese di grandi opportunità con caratteristiche particolarmente favorevoli: elevata crescita economica, redditi medio-alti, contesto istituzionale e normativo “business friendly”, elevata produttività, apertura culturale verso i prodotti d’importazione, basse tariffe doganali, contesto politico ed economico stabile.
A fronte di ciò va tenuto presente che la popolazione complessiva del paese e quindi le dimensioni del mercato interno, non è molto grande e vanno valutate anche le distanze, sia internazionali che interne che aumentano i costi di trasporto delle merci.